Tradizioni di Pasqua 


PROCESSIONI DEL CRISTO MORTO 

La Passione e la Resurrezione rivivono nelle Processioni del Cristo Morto che si svolgono in Valnerina il Venerdì Santo, dove borghi e centri storici vengono illuminati con torce e fiaccole, donne e uomini intonano antiche laudi, penitenzieri incappucciati a piedi nudi portano la croce, antiche confraternite sventolano i loro vessilli, ed i luoghi stessi aggiungono forza emotiva a questa antichissima forma di teatro popolare. 

 
PROCESSIONE A MONTELEONE

 

LE PIZZE E LA COLAZIONE DI PASQUA

Le pizze di Pasqua, dolci o salate, appartengono al rituale umbro della Settimana Santa, protagoniste della colazione della domenica di Pasqua.  In Valnerina la tradizione vuole che vengano consumate da tutta la famiglia riunita intorno alla tavola apparecchiata, insieme a salame e capocollo novelli, uova sode colorate, cioccolato e vino rosso. Le gustosissime pizze salate vengono preparate con il formaggio pecorino, mentre quelle dolci che si accompagnano sia ai salumi che al cioccolato, con con un impasto aromatizzato da buccia di limone e cannella. Un tempo le  pizze di Pasqua venivano asperse di acqua santa durante la benedizione pasquale delle case o portate in chiesa il sabato santo. Proprio durante la benedizione delle case, in Valnerina, vigeva l’usanza della ‘questua delle uova‘ che venivano offerte al parroco per il confezionamento delle pizze nella canonica. 


LE PIANTE DELLA PASSIONE DI CRISTO

Molte sono le piante che nell’immaginario popolare della Valnerina sono legate alla Passione di Cristo. Coi suoi cinque petali, l’umile rosa di maggio, la rosa canina o “scarvella”, ben si prestava a diventare simbolo della Passione di Cristo: cinque sono i suoi petali come le piaghe di Gesù. Nel testo medievale Vitis Mystica dedicato al simbolismo eucaristico si legge che "i suoi petali nacquero dal sangue di Cristo". Nel territorio di Monteleone  si tramanda che la corona di Gesù fu intrecciata coi rami spinosi della scarvella (scaravella). Ma in Valnerina, oltre alla rosa, anche altre piante partecipano del simbolismo della Passione, come lo “spino di Giuda” che è un arbusto dalle lunghe spine durissime e acuminate usato dai contadini prima del filo spinato per recingere gli stazzi delle bestie. Tradizione vuole che la corona sia stata intrecciata anche con i rami di questa pianta, dalle spine identiche a quelle dei Crocifissi delle chiese. Si dice invece che dalla “sanguinella” furono tagliate le verghe usate per fustigare Gesù: per questo è proibito tagliare bastoni dai rami rossastri di questa pianta. 


LE "BATTICIE" - LE CAMPANE LEGATE E DELLA RESURREZIONE

Le "batticie" sono strumenti sonori formati ciascuno da una tavoletta che ha sul lato corto una maniglia, sul davanti e sul dietro due battenti di metallo da agitare velocemente contro una fila di borchie piantate nel legno. Venivano usate dopo la Celebrazione del Giovedì Santo e la Messa in Coena Domini, quando le campane delle chiese cessavano di suonare per tornare a squillare la domenica di Pasqua. I ragazzi-chierichetti le impugnavano e le suonavano in sostituzione delle "campane legate", annunciando per le strade del paese l'inizio dei riti della Passione e della Morte di Cristo. Il suono sembrava non finire mai ed era a tal punto assordante che il nome batticia veniva preso in prestito nel linguaggio di tutti i giorni per apostrofare qualunque persona eccessivamente loquace.  Dopo l’assorto silenzio dei giorni della Passione lo scioglimento delle campane, che avveniva al mattino del Sabato Santo, era accolto in Valnerina tra manifestazioni di giubilo e riti propiziatori. Al suono nuovo delle campane, nunzio della Resurrezione, era attribuito un potere di rinnovamento e rigenerazione: nel Casciano e nel Nursino le madri facevano muovere i primi passi ai loro piccoli: avrebbero imparato a camminare più in fretta. Quando «sciojeano le campane», quasi a imprigionare la sacra onda sonora, i contadini si affrettavano invece a legare assieme ramoscelli di alberi da frutto perché «diceano che portavano tanta maggior frutta». Il suono nuovo, penetrando dalle finestre spalancate, avvolgeva santificandoli i cibi della colazione pasquale esposti sul desco sopra la tovaglia di lino fresca di bucato e scacciava il male da ogni angolo della casa che le laboriose pulizie quaresimali avevano reso netta e degna di accogliere la benedizione del Risorto.