Usigni, collocata a circa 1000m. s.l.m., ha origini antiche. L’abitato è posto su uno sperone roccioso che domina l’intera vallata del Tessino, nel cuore della dorsale appenninica umbra che attraversa l’intero territorio della Valnerina. Probabilmente il suo nome deriva dalla deformazione del vocabolo Usina, antica espressione indicante un opificio.
LA STORIA DI USIGNI
La prima notizia storica che ci è stata tramandata di Usigni risale all’anno 1121 dove è citato per la prima volta il monastero di S. Salvatore, abitato da monaci che professavano la regola benedettina e posto sotto la giurisdizione dell’abbazia di Sassovivo di Foligno. Il castello di Usigni, che risale all’epoca longobarda, nel tempo ha rivestito una grande importanza strategica che lo ha reso uno dei fortilizi più muniti del territorio di Cascia che, dalla costituzione in Comune (1198) voluta da papa Innocenzo III, sottopose Usigni al suo diretto dominio. I documenti che riguardano la storia politico-militare di Usigni risalgono alla seconda metà del XIII secolo. La fortezza, a causa della sua posizione strategica posta ai confini dei territori controllati dal Comune di Spoleto, fu spesso coinvolta nelle violente dispute tra i due comuni subendo, da parte degli spoletini, assalti e conquiste che duravano anche alcuni anni. Il primo fatto d’armi è ricordato nel 1268, quando approfittando della sede pontificia vacante, l’esercito di Cascia occupò i castelli di Monteleone e Vetranola sui quali Spoleto vantava dei diritti: questi furono ben presto ripresi dagli spoletini che a loro volta devastarono l’intero territorio casciano, danneggiando pesantemente anche Usigni. La situazione di conflitto era all’epoca alimentata anche dalle lotte interne allo stesso Comune di Cascia, provocate dalle fazioni degli “intrinseci”, cioè abitanti del capoluogo che facevano capo agli aristocratici di parte guelfa, e degli “estrinseci”, abitanti del contado capeggiati dagli aristocratici di parte ghibellina. Le contese sfociavano in fatti d’armi che provocavano gravissimi disagi sia alla città che a tutte le frazioni del suo vastissimo territorio, dove si contavano venti castelli. I più colpiti, infatti, erano soprattutto i luoghi maggiormente fortificati, come lo stesso Usigni, che divenivano rifugio dei fuoriusciti o ribelli di ambo le fazioni. Gli scontri armati tra Cascia e Spoleto, che coinvolgevano anche il castello di Usigni, proseguirono nei secoli successivi. Nei primi decenni del secolo XVI Usigni si sottopose volontariamente a Spoleto per avere una più ampia autonomia ed una minore pressione fiscale da parte del Comune di Cascia, che doveva pagare alla Camera Apostolica pesantissime multe per le passate ribellioni. Le autorità spoletine, per accattivarsi le simpatie degli abitanti di Usigni, permisero loro di darsi in forma ufficiale un proprio statuto, che fu letto discusso ed approvato dalla comunità nella chiesa di San Salvatore il 1 settembre 1529. Nel 1536, con la definitiva pacificazione delle fazioni nel Comune di Cascia imposta dallo Stato Pontificio, che obbligò anche un riordino politico del territorio casciano, Usigni tornò definitivamente sotto la giurisdizione di Cascia. Per timore di una nuova invasione da parte delle milizie di Spoleto, il Comune di Cascia decretò di fare edificare nella rocca di Usigni un nuovo e più munito torrione (1553) fornendo anche un consistente quantitativo di “munizioni da guerra, polveri da sparo, palle ed archibugi”. Al castello di Usigni venne destinato, come comandante, il conte Cherubino Frenfanelli di Cascia. Nel 1580 la fortezza, come ricorda una lapide posta sopra la porta di accesso all’antico castello, fu completamente restaurata dal Comune di Cascia, ma la stessa subì di nuovo gravi danni a causa del terremoto del 5 novembre 1599 che devastò l’intera Valnerina.
MAPPA DI USIGNI DAL CATASTO GREGORIANO RITRATTO DEL CARDINALE FAUSTO POLI
Nel corso del XVI secolo la storia di Usigni si intreccia con quella del suo più illustre cittadino, il cardinale Fausto Poli, che nacque ad Usigni il 17 febbraio 1581. Fin dalla sua nomina a sacerdote, il Poli ebbe una brillante carriera che lo portò ad entrare nella segreteria del vescovo di Spoleto, il cardinale Maffeo Vincenzo Barberini, restando poi sempre al fianco del porporato che nel 1623 venne eletto papa col nome di Urbano VIII. Egli fu equiparato ai membridi casa Barberini ricoprendo diversi ed importanti incarichi: tra questi, anche quello di canonico e vicario della basilica di San Pietro e di nunzio straordinario presso la futura regina d’Ungheria, Maria Anna infanta di Spagna. A coronamento della sua brillante carriera papa Urbano VIII, il 13 luglio1643, nel suo ultimo concistoro, lo nominò cardinale dell’Ordine dei preti del titolodi S. Crisogono e vescovo di Orvieto, dove morì nel 1653. La salma successivamente fu traslata a Roma, in Trastevere, nella chiesa di S. Crisogono, oggi intitolata al SS. Sacramento, dove fu sepolto nella sua cappella insieme al nipote Gaudenzio Poli, vescovo di Amelia. Il cardinale Fausto Poli beneficiò moltissimo il suo paese natale, in particolare sotto l’aspetto artistico, facendo edificare ad Usigni due veri e propri gioielli del barocco italiano quali la Cisterna e la nuova Chiesa di San Salvatore, ed anche sotto l’aspetto economico e commerciale, facendo tra l’altro spostare da Cascia ad Usigni la grandiosa fiera annuale del bestiame che richiamava un grande numero di allevatori e contadini della zona e movimentava un ingente giro d’affari. Ancora oggi ad Usigni si ha vivissima memoria del cardinal Poli, cui è dedicata la piazza principale. Il terribile terremoto del 14 gennaio 1703, che causò lutti e distruzioni in tutto il centro Italia, danneggiò solo lievemente Usigni: qui il visitatore apostolico mons. Pietro de Carolis, nel suo censimento del territorio del Comune di Cascia effettuato dopo il terremoto, trovò solo “ottantadue anime”. In una successiva rilevazione del 1759 ad Usigni si contarono invece “trentanove fuochi e sessantadue sorgenti”. Nel 1809, con l’occupazione dello Stato Pontificio da parte di Napoleone Bonaparte, Usigni (con Mucciafora, Poggiodomo e Roccatamburo) fu separato dal Comune di Cascia. Il territorio fu riconosciuto amministrativamente autonomo e Poggiodomo fu istituito Comune all’interno del dipartimento del Trasimeno. Nel 1816, con la restaurazione pontificia, Papa Pio VII confermò tale distacco territoriale obbligando i quattro paesi a formare una propria comunità. Nello “stato di anime” effettuato nel 1828 in Usigni furono registrati 152 abitanti. Oggi il paese conta un solo abitante residente censito nell'anagrafe del Comune di Poggiodomo.
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