Territorio


Uno splendido territorio ricco di natura, di storia e tradizioni popolari, una verde vallata che prende il nome proprio dal fiume che l'attraversa: il Nera. Un paesaggio antropizzato, caratterizzato da fortificazioni e da torri medievali, da potenti abbazie e da solitari eremi, da piccoli paesi dal fascino incorrotto. In Valnerina l’uomo, partecipe della realtà che lo circonda, ha rallentato il corso del tempo per pagare il suo omaggio ad una natura che mostra ancora aspetti di straordinaria e intatta bellezza. Gli abitanti della Valnerina privilegiano la vita in piccoli borghi, orgogliosi di presentare una terra sana, ricca di storia e cultura. Il paesaggio diventa quindi “racconto”, una trama intessuta su un filo continuo che accoglie i depositi della storia e degli avvenimenti che le diverse epoche hanno stratificato sul suo territorio.

 

ALL'ORIZZONTE DI OGNI CAMPO, C'E' SEMPRE UN PAESE

La Valnerina occupa il settore sud-orientale appenninico della regione Umbria, al confine con Marche e Lazio. Il suo e' un territorio essenzialmente montuoso, definito da una alternanza di dorsali, valli fluviali per lo piu' strette e incassate, e conche intermontane originate per sprofondamento tettonico. La Valnerina rappresenta un grande laboratorio a cielo aperto di Geologia. La possibilità di trovare una molteplicità di siti geologici di rilevante interesse scientifico (detti "geositi") è infatti una tipicità difficilmente riscontrabile in altri territori. La costituzione del Parco Geologico della Valnerina ha lo scopo di valorizzare e rendere accessibili a tutti le molteplici aree di pregio geologico-ambientale presenti nel territorio.  


"Il paesaggio della Valnerina racconterà, a chi ha tempo di ascoltare, la storia del millenario lavoro degli uomini, dei contadini e dei pastori che hanno abitato questa terra. Il silenzio dei campi, rotto solo dallo scorrere pacifico del fiume, ha ispirato nei secoli un forte senso di spiritualità, che oggi si legge ancora nelle facciate delle abbazie romaniche, nelle pievi medievali e nelle semplici  madonelle, o edicole votive, poste nei crocicchi delle strade".



L' AMBIENTE

L'area comprende l'estremita' meridionale dei Monti Sibillini, con il Vettore (m. 2476), i Piani di Castelluccio, la dorsale M. Morione-Monte Palino-Monte Ventosola; altri massicci importanti sono M. Coscerno-M. Aspra, M. Cavogna-M.l'Aspro, i rilievi a Sud di Cascia e Norcia, da M. Meraviglia a M. Pizzuto e M. Utero. Il fiume Nera, che nasce nelle Marche a Castelsantangelo ed entra in Umbria subito a valle di Visso, scorre da NE a SO ricevendo le acque del Campiano, del Sordo e del Corno, del Vigi. Altri corsi d'acqua sono definiti da un regime torrentizio, legato alle precipitazioni e all'alta permeabilta' dei suoli; il substrato e' infatti calcareo con prevalenza di formazioni del Mesozoico quali la scaglia rossa ed i calcari rupestre e massiccio. Anche i fenomeni carsici sono di conseguenza diffusi: molte aree sono interessate dalla presenza di doline, e al Pian Grande di Castelluccio le acque del bacino sono convogliate in un inghiottitoio.

Il paesaggio vegetale della Valnerina risente delle profonde modificazioni operate dall'uomo nel corso dei secoli, in particolare il il disboscamento di vaste superfici per la creazione di pascoli e colture. In origine, fino al limite della vegetazione arborea, cioè intorno ai 1800 m. s.l.m, ovunque erano foreste. Oggi estese praterie occupano le cime arrotondate dei rilievi, mentre le fasce di fondovalle, i piani intermontani, ed i dintorni dei centri abitati sono coltivati, in genere con graminacee e leguminose.  Ciononostante le sponde di fiumi e torrenti sono spesso fiancheggiate da densa vegetazione ripariale a salici e ontano nero, cui si accompagnano i pioppi nero e bianco. I ripidi versanti delle valli ospitano boschi di caducifoglie submontane come carpino nero, ornello e roverella, sostituite in alcuni punti dal leccio, che colonizza anche rupi e pareti rocciose; non di rado a quest'ultimo e' associato l'autoctono pino d'Aleppo. Il piano montano, sopra i 100 metri, e' rappresentato dal faggio; i suoi boschi, in genere monospecifici, con acero napoletano e maggiociondolo a fare da specie compagne, presentano considerevoli estensioni di alto fusto; mentre i terreni piu' acidi a cavallo tra i due piani sono occupati dalle cerrete. Sopra ai boschi, le praterie sono ancora oggi interessate da intenso pascolamento, soprattutto ovino. Esse sono costituite in prevalenza da formazioni erbacee di natura xerica, di ambienti e terreni aridi e poveri, e da prati-pascoli. Oltre alla genziana maggiore, ai gigli rosso e martagone, alla peonia, al tulipano selvatico, alla endemica viola di Eugenia, e a numerose altre specie altrove poco diffuse, si annoverano presenze assai rare come la stella alpina dell'Appennino sui Monti Sibillini e la fritillaria dell'Orsini. Sul Monte Coscerno e' una stazione di mirtillo nero, e tra le rupi calcaree vegeta localizzata, l'Hephedra nebrodiensis.  



Per quanto riguarda la fauna, questo e' il settore umbro con la piu'alta concentrazione di specie rare. Tra i carnivori si ricordano il lupo, unico sopravvissuto dei grandi predatori, il gatto selvatico e la martora, oltre ai piu' comuni volpe, faina, donnole, tasso; le ultime segnalazioni di lontra lungo le sponde del Nera risalgono ai primi anni '70. Anche i consumatori primari sono per gran parte rappresentati da taglie medio piccole; estinti cervo e capriolo, di cui e'auspicabile la reintroduzione, l'unico ungulato presente e' il cinghiale di razza centroeuropea di introduzione recente. La lepre e numerosi roditori, dal topo selvatico al quercino, allo scoiattolo, alle varie arvicole, fino all'istrice, sono diffusi un po' ovunque, cosi' come lo sono gli insettivori talpa, riccio e toporagno comune. Tra gli uccelli da preda l'aquila reale e' di casa in Valnerina; risultano inoltre nidificanti il falco pellegrino, il lanario e l'astore, così come frequenti sono il gheppio, lo sparviero e la poiana. Dei notturni spicca il gufo reale, insieme a gufo comune, allocco, civetta e barbagianni. Altre molte specie di uccelli frequentano l'area, siano esse nidificanti, solo svernanti o di passo: sono degne di nota la rara coturnice appenninica, i gracchi alpino e corallino, localizzati sui Monti Sibillini, il picchio muraiolo, legato anch'esso alle formazioni rocciose, il merlo acquaiolo lungo i corsi d'acqua. Inoltre colombaccio, tordo, bottaccio e tordela, picchio verde e rosso maggiore, nidificano regolarmente nei boschi, mentre fringuello alpino e spioncello sulle praterie montane dove il merlo dal collare e' solito passare la stagione fredda. Alcuni rappresentanti della fauna "minore", per rarita' propria o causata dall'uomo, concorrono a nobilitare la qualita' del popolamento animale della Valnerina; fra essi l'endemica vipera dell'Orsini e la salamandrina dagli occhiali, oltre alla trota fario e al gambero di fiume. Appena al di la della cresta che divide Umbria e Marche, nelle gelide acque del lago di Pilato sul M. Vettore, vive l'ospite forse piu' prezioso: il Chirocefalo del Marchesini, un piccolo crostaceo unico al mondo.


IL LUPO DI USIGNI

La Valnerina è una terra che deve il sapore e il profumo dei suoi frutti alla sua povertà: il clima severo impedisce l'attacco dei parassiti, un terreno ancora incontaminato e mai sfruttato rende più facile la coltivazione di prodotti sani. Leguminose e graminacee qui hanno dovuto dar fondo alle proprie capacità di adattamento per crescere e fruttificare con il puntiglio di chi sa bene che i prodotti nati dall'asprezza e dalla difficoltà sono i migliori: i principali prodotti del territorio sono il farro e la lenticchia rinomati nel mondo per la loro qualità ineguagliabile.  Vai alla pagina interamente dedicata ai prodotti della Valnerina.

L'ALTOPIANO DI CASTELLUCCIO DI NORCIA E LA FIORITURA DELLE LENTICCHIE