Le Processioni del Cristo morto


"Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si recò la sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo nel sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva resuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa." 

Giovanni 20,14


Nelle sacre rappresentazioni della Passione del Signore si fondono fede e folcore in suggestive processioni che, precedute da figuranti ed arricchite da quadri viventi, sfilano intorno alle mura dei borghi e delle piccole cittadine umbre secondo una successione che ripercorre i momenti più drammatici della vita di Cristo: dall'episodio dei trenta denari alla preghiera nell'orto degli ulivi, dalla scena della scelta di Pilato a quella della disperazione di Giuda, dalla caduta sotto la croce alla crocifissione ed infine alla morte ed alla tragica deposizione. A creare una atmosfera di mestizia e drammaticità, e ad accompagnare il passo lento e cadenzato dei partecipanti in costume, è  il suono dei tamburi al quale si aggiunge, nei momenti di maggiore pathos, quello rauco e martellante delle "martorelle".


CASCIA 


Nonostante il terremoto abbia lasciato ferita Cascia e fatto vacillare gli animi dei casciani, soprattutto di quelli costretti a lasciare la propria casa, la tradizionale Processione del Cristo Morto continua ad attraversare le vie di Cascia la sera del Venerdì Santo come è sempre stato dal 1300. La Processione cambia itinerario, dopo secoli nei quali lo “scrosciare” delle catene dei penitenzieri attraversava le stesse strade, perchè il terremoto ha reso impercorribili parti del tradizionale percorso. La secolare Confraternita della Buona Morte di Cascia ha deciso di far sfilare la suggestiva Processione partendo dalla Basilica Inferiore del Santuario di Santa Rita per risalire al Santuario e porgere il solito rispettoso saluto al corpo di Santa Rita. La processione si apre con la Croce della Confraternita della Buona Morte seguita dalle stazioni della Via Crucis, rappresentate da quadri viventi, e dai penitenzieri incappucciati in sacchi che recano croci e catene come sette secoli addietro. Vi è quindi la "Croce di mezzo", così detta perchè in passato si trovava nel mezzo della Processione ed era a sua volta seguita da numerosi fedeli (da memoria del 1714 risulta che «a Cascia corsero più di 7000 persone»), dalla Croce a Vento, dalla Banda e dalla Sacra Spina. Questa reliquia fu donata nel 1625 dal Cardinale Fausto Poli ed è portata dall’Arciprete di Cascia con piviale rosso (colore simbolo del martirio). Chiunque sia venuto a Cascia la sera del Venerdì Santo non può fare a meno di ricordare una sensazione mistica e carica di emozione. 


NORCIA


Norcia celebra il Venerdì Santo con un'imponente processione con oltre 300 figuranti e rappresentazioni di quadri della passione di Cristo. Il Terremoto non ha quindi fermato la celebrazione di questo tradizionale rito pasquale grazie anche ad una gara di solidarietà che ha consentito di prelevare e custodire al sicuro costumi, tamburi, lampioni, uniformi romane, miracolosamente salvi anche se imprigionati in siti crollati o pericolanti. Per forza di cose la Processione del Cristo Morto, che ogni anno richiama molti turisti anch’essi in processione attorno alle mura antiche della citta’ per ammirare i quadri viventi della Passione, va in scena in edizione ridotta e di emergenza. La partenza è sempre nella zona alta nelle vicinanze di Porta Palatina, uno dei sette archi di accesso a Norcia, per poi sfilare lungo le mura cittadine - che "smozzicate dal sisma, straziate" si è deciso di non illuminare - dove sono rappresentati i quadri viventi con i momenti più salienti della Via Crucis realizzati con impressionante realismo, tale da far rivivere intensamente la passione del Cristo. Al corteo partecipano, con  incarico  d’onore ed in qualita’ di portatori delle due statue di Cristo Morto e di Maria, i Carabinieri e i Vigili del fuoco che le hanno salvate dalla chiesa crollata di S.Maria degli Angeli, nel rione di Capolaterra, vera e propria culla della Processione.


MONTELEONE DI SPOLETO


La processione del Venerdì Santo a Monteleone inizia dalla chiesa di S. Giovanni, si snoda per le vie principali del paese fino ad arrivare in pineta. Si svolge al chiarore delle fiaccole ed è composta da personaggi in costume che, accanto alle tradizionali figure delle Veroniche, percorrono il cammino illuminato. Due centurioni romani “scortano” Gesù, in ricordo del percorso che porta al Monte Calvario, accompagnati da figure di incappucciati con catene ai piedi e da personaggi che portano in processione i simboli della passione. Lungo il percorso sono allestiti dei "quadri viventi" che rappresentano due momenti fondamentali della Passione: il primo alla Pineta della Croce, dove è rappresentata la crocifissione di Gesù; il secondo, al rientro del corteo, sotto la chiesa di S. Francesco, rappresenta la Pietà. La processione si conclude con il tradizionale bacio della statua del Cristo Morto.  La manifestazione è organizzata dalle due confraternite di Monteleone: quella del Sacro Cuore di Gesù (i Bianchi) che ha il compito di portare in processione il Santissimo Sacramento e quella della Buona Morte  (i Neri) che porta la croce e le statue di Gesù morto e della Madonna addolorata.