Santa Rita da Cascia


Ascesi, contemplazione, preghiera, penitenza, ma anche azione, sono state sicuramente le coordinate dei quaranta anni di vita claustrale della Santa. Si racconta che durante il periodo del noviziato la Madre Badessa, per provare l’umiltà di sorella Rita, le abbia comandato di piantare ed innaffiare un arido legno, dal quale ella fece fiorire una vite rigogliosa:  la vite è diventata perciò il simbolo della pazienza, dell’umiltà e dell’amore di Santa Rita verso il prossimo. 


BREVI CENNI SULLA VITA DELLA SANTA

Il vero nome di  Santa Rita è Margherita Lotti, figlia di Antonio Lotti e Amata Ferri due cosiddetti "pacieri di Cristo".  Due sono le ipotesi sulla data di nascita della piccola Margherita a Roccaporena, all'epoca uno dei castelli ghibellini facenti parte del contado del comune di Cascia: 1371 o 1381.  La tradizione devozionale narra che, mentre i genitori erano occupati a mietere, la piccolissima Rita sia stata posta sotto un albero entro una cesta. Un contadino si ferì con la falce ed abbandonò il lavoro per farsi medicare; passando davanti alla bambina vide delle api bianche intorno alla cesta e, con la mano ferita, tentò di allontanarle. La ferita si rimarginò e le api, invece di pungere la piccola Rita, le depositarono il miele nella bocca. Rita da giovanissima fu data in sposa ad un uomo iroso e brutale, col quale ebbe due figli, che però fu presto assassinato; dopo poco tempo anche i figli fecero la stessa fine.  Ella però non si abbandonò al rancore o al desiderio di vendetta e si adoperò instancabilmente per riappacificare la famiglia del marito con gli assassini, interrompendo la spirale di odio che si era creata. All’età di circa 36 anni Rita bussò alla porta del  Monastero di Santa Maria Maddalena di Cascia e, dopo aver superato una serie di difficoltà a causa del suo status di vedova, nel 1407 coronò il suo desiderio di vita religiosa entrando in convento  - si dice - grazie all'intercessione di San Giovanni Battista, Sant'Agostino e San Nicola da Tolentino, i suoi tre santi "protettori". Nel Monastero Rita ricevette l’abito e la Regola di Sant’Agostino, che professò fino alla morte.  Il corpo di Santa Rita non è mai stato sepolto proprio per il forte culto nato subito dopo la sua morte, che portò a venerarla come protettrice dalla peste per il fatto che in vita si era dedicata alla cura degli appestati senza mai contrarre questa malattia. Da qui deriverebbe anche l’attribuzione di Santa dei casi impossibili. 

Per approfondimenti sulla vita di Santa Rita vai su www.santaritadacascia.org


LE CELEBRAZIONI RITIANE

Il 22 maggio, a Cascia, si festeggia Santa Rita. Nel mese in cui sboccia la rosa, il fiore che la rappresenta, si celebra la Santa umbra tra le più amate e venerate. È la festa di un popolo di fedeli che, in tutto il mese di maggio, accorre al Santuario di Cascia per partecipare agli eventi ritiani, fermarsi accanto all’urna della Santa e trovare la comprensione, il raccoglimento e l’ascolto di cui si sente bisogno. La festa che Cascia tributa a Santa Rita, particolarmente sentita in Valnerina, è articolata in momenti puramente celebrativi che si alternano ad ampi spazi di riflessione e ad una liturgia che ormai conta secoli di storia. È il caso dei “Giovedì di Santa Rita”, una particolare devozione nata quasi trecento anni fa e mai interrotta: per i 15 giovedì antecedenti la festa del 22 maggio, si svolgono in diverse ore della giornata incontri di fede in preparazione dell'evento. Così come le funzioni religiose della "Novena" (i nove giorni antecedenti la festa) vedono partecipare fedeli da tutti i comuni della Valnerina, che al termine di ogni celebrazione possono avvicinarsi all’urna d’argento e cristallo che custodisce il corpo di Santa Rita. Come da tradizione la domenica che precede la festa si svolge la "Processione dello Stendardo", istituita dal Comune di Cascia nel 1731 per ringraziare l'allora beata Rita della sua protezione sulla città in occasione del terremoto del 1730. Il nome deriva dal fatto che, nella processione, fu portato lo “Stendardo processionale”, fatto dipingere dal Comune di Cascia nel 1614, in cui in un lato è raffigurato l'ingresso di Rita nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena e nell'altro la Santa in atto di ricevere la stimmate.  

L'autentica esigenza di fratellanza, incentrata sui valori che Santa Rita ha insegnato alla comunità casciana ed a milioni di fedeli nei secoli, viene manifestata con il "Gemellaggio di Fede" che, annualmente, Cascia intrattiene con una diversa città italiana od europea: per una buona parte dell’anno avvengono periodici incontri con la città gemellata e sono organizzate manifestazioni per creare saldi legami fra le due realtà e per prepararsi a vivere insieme il momento della festa di Santa Rita con grande devozione e fede. Uno dei momenti più suggestivi, durante la visita della delegazione casciana alla città gemellata, è quello dell’accensione della tradizionale “Fiaccola della Pace”, portatrice di speranza cristiana, il cui ardere rappresenta l'amore e la devozione verso Santa Rita. Ogni anno, nei giorni precedenti la festa, la “Fiaccola della Pace” viene portata con lunghe staffette dalla città gemellata fino a Cascia, per essere consegnata la sera del 21 maggio, di fronte al sagrato della Basilica di Santa Rita, al Sindaco "ospitato". Questi, alla presenza del primo cittadino di Cascia e di tutti i Sindaci della Valnerina, accende la fiamma sul monumentale tripode, a suggello di un’amicizia duratura: atto che da il via all’accensione delle migliaia di fiaccole che per tutta la notte ardono a Cascia e nelle colline circostanti:  l’incendio di fede, suggestivo rito di fuoco in onore della Santa.  

 

LA PROCESSIONE DI SANTA RITA

Il 22 maggio, giorno della festa di Santa Rita, la sfilata del "Corteo Storico", che si unisce alle porte di Cascia con la processione proveniente da Roccaporena, paese natale della Santa, è il momento più atteso ed apprezzato anche per il rigore storico con il quale, in quadri viventi, viene riproposta la sua vicenda umana. Ed è una vicenda che del Medioevo coglie gli aspetti più forti: nella vita di Santa Rita si parla di amore e di odi, di vita e di morte, in una inconsueta prospettiva tutta al femminile. E mentre altrove a dominare questi eventi sono re, condottieri, capitani di ventura ed eserciti, a Cascia protagonista è un’umile donna, piccola di statura, ma incrollabile nella sua fede e determinata nel proporre ideali di pace: il suo esercito è  la sua gente, la gente normale, i contadini, i pastori, gli artigiani, i mendicanti, le consorelle del Monastero, quella parte di umanità che subisce la storia e ne porta  i segni. Il Corteo Storico si fa ammirare lungo tutto l’itinerario urbano, per giungere poi al Sagrato della Basilica di Santa Rita, ove viene impartita la benedizione. Nella "Benedizione delle rose"  i ruoli si invertono: protagonisti diventano i fedeli che levano alti, rivolti al cielo, mazzi di rose, il fiore amato da Rita, il suo simbolo.